Se la paura della scuola diventa proprio una fobia, di Giulia Villoresi  
“Non si tratta di semplice rifiuto, scrivono, ma di una condizione in cui l’angoscia è così insopportabile da impedire allo studente di entrare a scuola. «E quando viene forzato a farlo» spiega lo psichiatra Franco De Masi, «in classe va incontro a crisi dipanico con tachicardia, mal di testa, nausea, fino al vomito. Nel fine settimana il malessere scompare, per ripresentarsi il lunedì».(…)

«La scuola online, come quella adottata in questo momento di emergenza, potrebbe essere una soluzione, perché la fobia non pregiudica l’apprendimento, dunque sottrarre studente al luogo fisico, o al gruppo, potrebbe funzionare. problema è che in Italia ü disturbo è scarsamente considerato, quindi scuola e genitori non sanno come affrontarlo». La Francia è intervenuta da tempo con programmi specifici: «Servizi domiciliari o centri dove i ragazzi vengono seguiti da educatori, insieme ad altri studenti con cui condividono lo stesso disturbo, con buoni risultati.Abbiamo scritto questo libro» conclude De Masi «anche per sollecitare una definizione diagnostica di questa fobia»”.VENERDÌ DI REPUBBLICA Edizione del 27/03/2020    Estratto da pag. 58